Storia dell’ora legale
Necessità di risparmio
Già nel Settecento Benjamin Franklin propose senza successo l’idea di un risparmio energetico spostando in avanti le ore per far coincidere meglio la luce solare alle ore del giorno. La sua idea trovò riscontro solo nel 1916 a Londra, dove, nel periodo estivo, si decise di spostare l’orologio un’ora avanti. Presto altre nazioni seguirono l'esempio.
Anche in Italia l’ora legale fu introdotta per la prima volta nel 1916, però solo fino al 1920. Qualcuno più attento
potrà subito notare che questi erano gli anni della Grande Guerra. Infatti il conflitto fu il motivo per cui fece optare per lo spostamento in avanti di un’ora delle lancette, operazione che avrebbe fatto risparmiare energia elettrica per poterla utilizzare nella produzione bellica. Dopo il 1920 l’ora legale fu dimenticata, ma bisogna attendere il più grande disastro europeo del Novecento per ripristinarla. Si allude, ma è già chiaro, alla Seconda Guerra Mondiale, quindi ancora una volta per necessità belliche. Rimase ininterrottamente dal 1940 al 1942 anche se fu replicata dal 1944 fino al 1948 solo nella Repubblica Sociale Italiana.
Dal 1966 è applicata ogni sette mesi, ma nel corso degli anni sono state modificati i tempi di inizio e fine. Ora, per una legge del Parlamento Europeo del 1996, è stabilito che l’inizio e fine coincidano con l’ultima domenica di marzo e l’ultima domenica di settembre esattamente alle ore 1.00 del mattino.